martedì 22 marzo 2022

I sette messaggeri



Ciao, sono Francesca e sono una nuova scrittrice del blog.

Vi parlerò del libro "I sette messaggeri" di Dino Buzzati. Si tratta di un testo molto particolare e lo definirei quasi sfizioso! E' sicuramente un testo diverso da quelli che ho letto precedentemente.

Nell'atmosfera generale del racconto si respira un'aria ai confini del mistero e della fantasia con un pizzico di ironia, infatti i conteggi svolti dal protagonista mi fanno sorridere, riflettendo su di noi, che oggi siamo abituati a ricevere una risposta dopo qualche secondo anche con una persona distante chilometri, è stupefacente vedere come invece con l'utilizzo dei messaggeri questi impiegassero anni.

Esso suscita in me una curiosità insolita, mista a perplessità, più la narrazione prosegue e più l'uomo si allontana dalla patria, e di conseguenza i messaggeri impiegano più tempo a raggiungerlo, fino ad arrivare ai trenta anni di cammino, e mentre le lettere arrivano all'accampamento ingiallite dallo scorrere del tempo, il protagonista svolge i calcoli degli anni che servono per trovare delle risposte alle sue domande.

Grazie a questo testo, ho riflettuto, e lo sto facendo ancora scrivendo queste parole, su quanto sia importante il tempo: ogni secondo che passa è un secondo in meno che vivremo e il secondo, il minuto, l'ora e perfino l'intera giornata, non l'avremo più indietro, mai più.

Spesso utilizziamo questo tempo, unico, sprecandolo, senza fare nulla, o addirittura facendo del male ad altre persone, o pensando al futuro senza godersi l'attimo che è la cosa più preziosa che ci possa essere donata e che mai più ci verrà restituita.

L'uomo del racconto conta gli anni in una maniera così macchinosa pensando alla sua morte, anni e anni antecedenti al momento da lui immaginato.

Un altro significato che potrebbe avere questo racconto è quello di un uomo che sta attraversando un periodo buio della propria vita, che cerca la fine di esso, i confini, e gli sembra impossibile trovarli, gli sembra di essere in un tunnel, di non riuscire ad uscirne; gli sembra di essere lì dentro da anni e le persone che provano a comunicare dall'esterno sembrano lontane miglia e miglia, come le loro parole.

"Procedemmo ancora. Invano cercavo di persuadermi che le nuvole trascorrenti sopra di me fossero uguali a quelle della mia fanciullezza... le nuvole, il cielo, l'aria, i venti, gli uccelli mi apparivano verità nuove e diverse; e io mi sentivo straniero".

Francesca

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