giovedì 1 settembre 2022

Una grande avventura



E' trascorso quasi un mese dalla fine del campo scout. Che dire... è stata una grande avventura!

E' strano come il campo racchiuda sempre le emozioni vissute durante l'anno: mi sono divertita, ma anche emozionata, impaurita, rattristata. Ho avuto attimi di assoluta felicità e attimi di sconforto.

Bagolino è stupenda. Tuttavia mi sono meravigliata e stupita nel vedere il posto assegnato al nostro reparto. Mi sembrava tutto minuscolo: lo spazio per le tende, quello per le cucine e i tavoli, persino quello da gioco. Mi sono detta: "Come faremo a stare qui tutti e quattordici i giorni?".

Ora posso affermare che sono stata benissimo e che il posto era da sogno. Era più piccolo rispetto all'anno scorso, ma mi ha coinvolto molto di più!

E' stato uno spazio di crescita personale!

Poi c'era il bosco... un bosco che favoriva la scoperta, la riflessione, il dialogo. Eh si, in quel bosco ci siamo divertiti ad esplorare, ci siamo isolati per riflettere su di noi, ci siamo ritrovati su qualche masso per chiacchierare. 

Il mio benessere però non è stato determinato solo dal luogo, ma anche dalle persone.

E' stato determinato dagli abbracci e dalle risate con le mie compagne di squadriglia, dagli scherzi e dalle linguacce con l'altra squadriglia femminile, dai sorrisi e dagli sguardi condivisi con chi mi conosce da più tempo, dalla presenza e dalla fiducia dei capi: tutto ciò ha reso questo campo meraviglioso!

Ho adorato i giochi nel piccolo campo a disposizione, i momenti nella tenda adibita a cucina, le serate attorno al fuoco. Ho approfondito la conoscenza con tanti e ne sono felice. Ho provato l'ebbrezza e una lieve ansia nell'essere capo squadriglia. Quanta strada fatta e quanta ancora ce n'è da fare!

Sono tornata con un fazzolettone pieno di ricordi: un piccolo scalpo che mi ricorda di essere forte, un nodo fatto da me e altre due care amiche per cercare di prendere una specialità, un nastrino regalato da un'amica che mi ha accompagnato sempre e che si è svegliata nel pieno della notte per me.

Ho portato a casa una nuova luce negli occhi, e più consapevolezza. Sono serena.

Sento di dover dire un grande grazie ai nostri capi che hanno reso possibile tutto questo. Senza la loro supervisione e la loro guida non sarebbe stato realizzabile il campo. Ci hanno dimostrato che la via è sempre il dialogo, la collaborazione, il servizio. Ed è quello che abbiamo ritrovato anche nel film "L'ultimo samurai" che è stato il filo conduttore del nostro campo.

"Mi ha sorpreso apprendere che la parola samurai voglia dire servire". Nathan Algren.

Buona strada a tutti noi!

Sofia

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