sabato 13 marzo 2021

Le piante un segno di speranza

Lo scorso anno, durante il tempo della didattica a distanza, ho avuto la possibilità di vedere su TED, un video inviato dal professore di matematica.
Mi avevano incuriosito molto le teorie dell' autore, Mancuso, un botanico che ha fatto studi e scoperte incredibili sul mondo vegetale.
Ho iniziato così a leggere alcuni dei suoi libri in cui presenta e racconta le straordinarie risorse e capacità delle piante.
Dal libro di questo autore, "L'incredibile viaggio delle piante", prendo spunto per mettere in evidenza come le piante riescano a superare difficoltà incredibili e ad adattarsi alle situazioni più complesse in modo intelligente.
Possiamo pensare alle piante come a dei pionieri, pensando a quanto è accaduto fra il 1963 e il 1967 a sud dell' Islanda in seguito ad una eruzione vulcanica.
Con i materiali fuoriusciti dal cratere si è formata un' isola chiamata Surtsey, di 2,7 chilometri quadrati, costituita inizialmente da cenere, pomice e lava e da subito dichiarata riserva naturale e patrimonio dell' Unesco.
Questo spazio da subito è parso come l' ambiente ideale per studiare lo sviluppo della vita e per capire come si forma un ecosistema.
Le piante vi giunsero subito e per prime per esempio la Cachilea, perché i suoi semi sono capaci di affrontare viaggi lunghi e anche per mare.
Possiamo quindi pensare alle piante anche come a dei migranti, quando con le loro spore e i loro semi si propagano per spazi immensi e lontani e si diffondono nell' ambiente in modo incredibile.
Le piante non si spostano dal luogo dove sono nate, ma possono muoversi con i loro semi e riescono a conquistare aree anche molto distanti con strategie diverse per diffondere la vita.
Inoltre sono capaci di adattarsi anche nelle situazioni più difficili; è facile capirlo quando l' autore presenta nel libro i Combattenti di Cernobyl.
Era il 26 aprile 1986, un reattore in Ucraina esplose e nell' aria si dispersero particelle radioattive.
La zona per 30 chilometri quadrati fu evacuata e tutto appariva spettrale e senza vita anche le piante in parte morirono.
Quelle della foresta sottoposte alla radioattività diventarono rosse e, terminata la prima fase, per loro iniziò un tempo di adattamento e diedero vita a un nuovo ambiente con la maggior biodiversità di tutta la terra.
Le piante hanno dato vita a una vegetazione varia e ricca tanto da stupire chi vede la città, che fu evacuata 35 anni fa, ora è tutta ricoperta di piante: pioppi sui tetti delle case, betulle sui terrazzi, asfalto divelto dai cespugli e l' autostrada a sei corsie un fiume di verde...
Le piante ci insegnano la ripartenza e quindi la speranza, per raggiungere risultati anche migliori.
Come hanno fatto ? Leggendo il libro troverete la risposta.

Emanuele

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