Questo libro mi è stato regalato qualche mese fa... quando ho festeggiato il mio tredicesimo compleanno.
Il titolo è bellissimo ma si tratta di un genere letterario del tutto fuori dai miei standard.
Così ho cercato di darmi un po’ di tempo e di raccogliere
qualche informazione in più, leggendo la trama e la biografia dello scrittore.
Enrico Galiano è uno scrittore ma prima di tutto è un insegnante. Il suo motto è “Non ti ascoltano se tu per primo non li ascolti”. Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per il mondo con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore. Praticamente quello che vorrei fare io da grande!
Il suo romanzo d’esordio “Eppure cadiamo felici” è stato il libro rivelazione del 2017, in corso di traduzione in tutta Europa.
E’ con questo bagaglio di informazioni che mi sono avvicinata alla lettura di questo romanzo per adolescenti.
Enrico Galiano è uno scrittore ma prima di tutto è un insegnante. Il suo motto è “Non ti ascoltano se tu per primo non li ascolti”. Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per il mondo con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore. Praticamente quello che vorrei fare io da grande!
Il suo romanzo d’esordio “Eppure cadiamo felici” è stato il libro rivelazione del 2017, in corso di traduzione in tutta Europa.
E’ con questo bagaglio di informazioni che mi sono avvicinata alla lettura di questo romanzo per adolescenti.
I protagonisti sono due ragazzi della nostra età, Mia e Fede.
Mia è nata in una famiglia amorevole e unita, e ha come migliore amica la sua vecchia maestra della scuola elementare, Margherita, con cui è rimasta in contatto.
La sua vita cambia improvvisamente quando i suoi genitori prendono in affido un ragazzino albanese, che lei decide di chiamare Fede.
In poco tempo Mia e Fede stringono un legame fortissimo. Fede non vuole parlare con nessuno tranne che con Mia. Con i testi delle canzoni, Fede insegna a Mia cose che lei non avrebbe mai potuto immaginare. Fede stringe Mia nel primo abbraccio, in cui lei si sente al sicuro e felice. Fede l’ascolta e la capisce come nessuno mai.
“Forse è proprio di questo che abbiamo bisogno, tante volte: non di una persona che veda il mondo come lo vediamo noi, ma di qualcuno che ce lo lasci guardare con i nostri occhi”.
E’ tutto perfetto fino a quando Fede sparisce. E da allora Mia non riesce più ad avvicinarsi alle persone, non riesce nemmeno a sfiorarle e a farsi sfiorare. E’ una Mia del tutto diversa, piena di paure e incertezze. Questo me la fa sentire ancora più vicina, perché anch’io spesso mi sento così… è come se le emozioni prendessero il sopravvento sulla mia volontà, facendomi fare cose impensabili. Mia riuscirà a superare le sue paure solo riconoscendole e affrontandole. La strada sarà lunga ma, come dice Margherita, la sua migliore amica, ogni cuore ha la sua velocità. Non importa chi arriva primo, l’importante è godersi la strada che porta al traguardo.
Il racconto è così denso di fatti che non riesco a racchiuderlo in poche righe… così come le emozioni che suscita sono tante e contrastanti. Il finale è davvero sorprendente.
Ecco, un’altra bella frase pronunciata da Margherita, dopo aver sfogliato il vecchio e strano quaderno che tiene in casa con tante risposte sul senso della vita.
“Cara Mia, ci sono cose che puoi scegliere e cose che non puoi scegliere. Cose che finiscono e cose che non finiscono. L’amore, quello vero, appartiene sempre alla seconda categoria”.
Sofia
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